La storica finanziaria milanese Comifin SpA, nota per essere la “banca dei farmacisti”, è stata citata in giudizio innanzi al Tribunale di Ariano Irpino e di Parma da ben 3 farmacisti per concessione abusiva del credito.
I tre farmacisti che hanno avviato un’azione nei confronti della Comifin, assistiti dall’ Avv. De Nigris dello Studio Porcaro Commercialisti ed Avvocati, hanno sede in Ariano Irpino (Avellino) e nella Provincia di Parma.
Dalla domanda giudiziale si evince che la concessione del finanziamento da parte di Comifin in favore delle Farmacie non solo sarebbe stata strutturata in maniera totalmente avulsa dalla reale situazione economica e finanziaria delle farmacie, ma risulterebbe incompatibile rispetto alle reali e concrete capacità di rimborso delle medesime che, proprio in virtù dell’eccessivo e non strutturato finanziamento concesso, non erano in grado di rimborsare, né pagare gli altri creditori. Ciò avrebbe inevitabilmente generato ulteriori debiti tali da costringere le tre farmacie ad accedere alla procedura di concordato preventivo in continuità.
Secondo i farmacisti che hanno agito in giudizio, i contratti di finanziamento impugnati integrerebbero la fattispecie della concessione abusiva del credito, con conseguente richiesta di accertamento degli elementi del dolo o colpa grave in capo alla Comifin. A riprova della consapevolezza dei pregiudizievoli effetti connessi all’erogazione abusiva del credito, secondo la difesa dei Farmacisti, deporrebbe anzitutto il comportamento della Comifin ed, in particolare, l’eccesso delle garanzie che sono state pretese per la concessione del finanziamento, subordinato infatti al rilascio da parte dei Farmacisti di garanzie collaterali quali la cessione dei crediti a maturazione successiva e periodica vantati nei confronti dell’ASL.
Inoltre, dalle sanzioni emesse in capo ai dirigenti Comifin dalla Banca d’Italia nel 2007 e nel 2012, parerebbe evincersi che la Comifin SpA abbia anche in passato erogato finanziamenti senza le adeguate verifiche. Infatti, come si può leggere dai documenti della Banca D’Italia, la Comifin SpA presenterebbe delle carenze nell’organizzazione, nei controlli interni e nella gestione del credito.
In conclusione, con gli incardinati giudizi, la Comifin è quindi chiamata a risarcire, ove il Tribunale adito accogliesse la domanda attorea, non solo il debito residuo che le Farmacie hanno nei confronti di quest’ultima, bensì l’ammontare complessivo dei debiti che tali Farmacie hanno generato.
Oggi pare siano centinaia i Farmacisti che hanno contratto finanziamenti con la Comifin e la maggior parte dei finanziamenti concessi presenterebbero le medesime caratteristiche di quelli per i quali è stata citata in giudizio.
Si apre pertanto un nuovo fronte che potrebbe aggravare ulteriormente le difficoltà finanziarie della Comifin. Infatti, come è dato leggere dal bilancio 2012, “la Comifin ha in corso delle trattative con il sistema bancario per la ristrutturazione del proprio debito – che supera di gran lunga i 350 milioni di euro – atte al mantenimento della continuità aziendale”. Infatti, si legge sempre nel bilancio 2012 che “la continuità aziendale è infatti subordinata alla accettazione da parte del sistema bancario della proposta di accordo per l’esecuzione del programma di riequilibrio patrimoniale e finanziario della Società.”
Ed ancora “Gli amministratori….omissis…ritengono che sussista una rilevante incertezza che può far sorgere dubbi significativi sulla capacità della Società di continuare ad operare sulla base del presupposto della continuità aziendale”.
Al tempo stesso questo potrebbe però rappresentare una boccata d’ossigeno per molte farmacia in difficoltà.