Thin cap, un incubo da lanciarsi alle spalle. È questo il contenuto di uno dei passaggi più rilevanti del parere preparato da Maurizio Leo (An), relatore alla Camera sulla bozza di correttivo Ires. La richiesta, infatti, è quella di mettere in mora la norma che penalizza la sottocapitalizzazione delle imprese. Questo mentre l’opposizione, attraverso Giorgio Benvenuto (Ds), chiede un confronto politico sul correttivo, perché ritiene che ci sia un aggravio complessivo di prelievo sulle imprese di circa 2 miliardi di euro, dovuti al mancato decollo del consolidato. Il parere — che sarà votato la settimana prossima da parte della commissione Finanze — contiene una serie di suggerimenti che toccano punti “caldi” del provvedimento: dalla decorrenza delle nuove misure, alle norme antielusive, alla regolamentazione degli strumenti finanziari con apporto di opere e servizi, materia per la quale viene richiesta una disciplina organica. A Palazzo Madama, intanto, il relatore del parere per il decreto Ires, Giampiero Cantoni (Forza Italia) spiega che anche al Senato come alla Camera sono stati chiesti 20 giorni di proroga, rispetto ai 30 previsti. «Ritengo però — aggiunge Cantoni — di accelerare i tempi ed entro maggio dare il parere». La thin cap rappresenta uno dei punti più controversi della riforma Ires e lo stesso decreto correttivo non se ne occupa in modo complessivo. La bozza di parere, però, ricordando le difficoltà che la disciplina procura, chiede al Governo di valutare una sospensione dell’efficacia dell’istituto, almeno per quanto riguarda il 2004, «per un riesame della disciplina dell’indebitamento in generale». Se proprio l’idea non piacesse all’Esecutivo, si chiede che si limiti l’ambito applicativo della thin cap «solo ai finanziamenti erogati da soci qualificati e parti correlate che risiedono in Stati e tenitori “paradisi fiscali», ed eventualmente, di estenderne l’applicabilità anche ai finanziamenti provenienti da Paesi Ue mediante l’applicazione delle regole antielusive. «La sospensione per il 2004 — spiega Leo — non avrebbe conseguenze dal punto di vista fiscale per le imprese che hanno già chiuso i bilanci, visto che le somme della thin cap si tirano in sede di dichiarazione dei redditi. Ci sarebbero, semmai, da fare “aggiustamenti” in sede civilistica». Quanto alle decorrenze, la bozza di parere propone una Soluzione flessibile a seconda del fatto che le imprese abbiano già chiuso o meno i bilanci per il 2004. In ogni caso si propone di fare partire la regola sul riallineamento in cinque anni già dal 2004. Tra le altre indicazioni che vengono fornite, ci sono la soppressione della regola per cui si presume che, indipendentemente dalla delibera assembleare, vengono prioritariamente distribuiti l’utile dell’esercizio e le riserve di utili. Per quanto riguarda l’associazione in partecipazione, viene suggerito di evitare l’assimilazione dell’associato al socio per le imprese individuali e le società di persone. La “bozza Leo” suggerisce, inoltre, di considerare le modifiche introdotte dallo schema di decreto sul regime sanzionatorio come causa di revoca dell’opzione per il consolidalo senza, però, penalizzazioni per le imprese. Se queste sono alcune delle linee indicate dalla bozza Leo, una considerazione più complessiva viene suggerita da Benvenuto. Sostiene, infatti, il deputalo Ds che «l’Ires doveva essere introdotta a saldo zero- Per questo ho chiesto che il Governo presenti una versione aggiornata della relazione tecnica, perché le imprese hanno subito un aggravio di tassazione che può essere stimato in circa due miliardi di euro: occorre intervenire attraverso l’Irap per restituire questo prelievo aggiuntivo»